venerdì 22 agosto 2014

Quando il calcio accusa la politica

L'Akragas i tempi della Serie C (fonte Wikipedia)
Il calcio ad Agrigento potrebbe scomparire, se l'amministrazione comunale non si adopererà al più presto per il bene di questo sport, afferma il presidente dell'Akragas Silvio Alessi . In che modo? Mettendo le luci allo stadio: l'impianto di Agrigento non è a norma, ed è per questo che la squadra locale non ha ottenuto quel ripescaggio come tra l'altro auspicato anche dal ministro del'Interno Angelino Alfano, come raccontato in un post fa. L'Akragas nel frattempo aveva preso accordi per giocare in altri stadi della regione siciliana, quali Caltanissetta e Trapani, tuttavia ciò non è servito: in quegli stadi non poteva giocare.

"L'Esseneto non ha l'agibilità nemmeno per la Prima Categoria" (afferma il presidente Alessi secondo quanto riportato su un articolo di grandangoloagrigento.it), "Abbiamo dentro una rabbia terribile" per via dell'esclusione dell'Akragas, anche perché "Abbiamo fatto sforzi personali ed economici" aggiungendo poi "Chiederò all'Enel se è nelle condizioni di darci una mano di aiuto per l'illuminazione, non so cos'altro fare".

In un altro precedente post questo blog accennò al fatto che anche i tifosi contestarono il Comune reo secondo loro di non aver fatto quanto doveva per garantire alla squadra di calcio locale un futuro in Lega Pro.

Chi scrive non se la sente di prendere una posizione in merito, in quanto ci sono varie considerazioni da fare: per esempio, non è detto che con lo stadio a norma l'Akagras avrebbe ottenuto il ripescaggio: la Corregese ci sperava anch'essa, e secondo alcune fonti (per esempio l'articolo di grandangoloagrigento.it  prima menzionato) era avanti in graduatoria rispetto agli agrigentini. Tuttavia, ammesso che l'Akagras avesse meritato il ripescaggio, il Comune che è la parte tirata in causa magari aveva altri impegni, ritenuti più urgenti: il popolo agrigentino forse non è d'accordo,  perché secondo loro l'amministrazione avrebbe dovuto rivedere le proprie priorità, tuttavia bisognerebbe anche chiedersi: perché l'amministrazione comunale non si è attivata? Non ne avrebbe giovato la sua immagine qualora si fosse mobilitata nel migliorare l'impianto delle gare interne della squadra cittadina?

Vi sarebbero alcuni interrogativi da colmare in questa vicenda, in ogni caso non tutto è perduto, la speranza c'è ancora: il Comune, se lo vuole potrà porre fine alle polemiche finalmente mettendoci del suo per il ripescaggio, rivedendo appunto le proprie priorità: come noto si libererà un posto in Lega Pro dato che dalla B arriverà la ventiduesima squadra proprio dalla terza serie.

Quello che questo post intende stavolta porre in evidenza è lo speciale esempio di rapporto tra calcio e politica determinatosi in questa vicenda, con il mondo del calcio (la società e i tifosi) che accusa -a torto o a ragione- il mondo politico di non aver fatto abbastanza.

Nessun commento:

Posta un commento