In nome della sicurezza negli stadi l'allora ministro dell'Interno Bobo Maroni (Lega Nord) per il centro-destra istituì nell'agosto del 2009 attraverso una direttiva, la tessera del tifoso: fu una misura che venne e ad oggi viene molto contestata dagli ultrà italiani, e a fargli da "spalla" vi sono diverse figure celebri nel mondo calcistico. Il motivo fondante della contestazione risulta in quel famigerato articolo 9, che sarebbe stato formulato male perché inibisce l'accesso allo stadio a persone che, in fondo, hanno già scontato il daspo. Il Daspo corrisponde ad una squalifica da qualsiasi manifestazione sportiva dalla durata in anni variabile, sulla base del tipo di reato da stadio commesso.
L'articolo 9 della Legge 41/2007 (contestato anche da personaggi illustri quali l'ex c.t. azzurro Campione del Mondo Marcello Lippi, poi Renzo Ulivieri, Urbano Cairo, Maurizio Zamparini, il presidente Uefa Michel Platini, ecc.), in un articolo di calciomercato.com viene spiegato per bene nella sua "assurdità" (termine usato proprio sull'articolo citato): si tratta di qualcosa ritenuta assurda, perché ad esempio se una persona riceve un Daspo per un anno, viene per un anno inibito nell'entrare allo stadio: fin qua tutto ok, solo che trascorso quell'anno la persona dovrebbe poter finalmente ritornare allo stadio, tuttavia il processo relativo al reato da stadio termina in circa 5 anni (colpa della burocrazia), ed il tifoso viene condannato in primo grado; dal momento della condanna, per altri quattro anni (cioè i cinque canonici meno l'anno già scontato), il condannato, in primo grado, non potrà più comprare il biglietto né sottoscrivere la tessera del tifoso.
Cosa dice, nello specifico l'articolo 9, del quale si discusse anche in un convegno tenutosi tempo addietro nell'aula Santa Chiara del Senato tra ultrà, avvocati, giornalisti e politici? Il testo è il seguente: "E' fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio, responsabili della emissione, distribuzione, vendita e cessione dei titoli di accesso, di cui al decreto ministeriale 6 giugno 2005 del Ministro dell'Interno, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 150 del 30 giugno 2005, di emettere, vendere o distribuire titoli di accesso a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all'articolo 6 della legge 13 dicembre 1989, 401, ovvero a soggetti che siano stati comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive".
Ecco il motivo principale della contestazione di tanti tifosi da tutta Italia, ecco perché si canta e si mostra su stendardi e striscioni quel "No alla tessera". Alla fine del convegno alcuni politici, onorevoli, affermarono che qualcosa per cambiare quella legge andrebbe fatto. Già l'averlo ammesso, è un passo in avanti, solo che adesso gli ultrà attendono i fatti.
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