lunedì 18 agosto 2014

Iran, 2010: le ipotesi di Mottaki nel Mondiale in Sudafrica

Un incontro del Mondiale in Sudafrica (Brasile-Corea del Nord)
Anche oggi questo blog si occupa del rapporto calcistico-politico iraniano, soffermandosi però su un aspetto particolare circoscritto ad un periodo di tempo ben determinato: il 2010.

Nel 2010, come si è visto nel post di ieri (articolo che analizzava l'andamento calcistico e le relazioni internazionali dei persiani negli ultimi decenni) l'Iran non si qualificò al Mondiale di Sudafrica.

Il governo brasiliano espresse solidarietà al governo iraniano, e quest'ultimo si ritrovò tra l'altro in pessimi rapporti con Israele, il che peggiorò ulteriormente, in quegli anni a cavallo tra la seconda metà degli anni duemila e la prima metà degli anni duemiladieci, le relazioni diplomatiche tra l'Iran e diversi altri paesi occidentali, ma col Brasile vi fu una sorta di alleanza. E questo spiega, secondo alcuni blogger che scrissero dei post in quel periodo il motivo per cui la Seleçao verdeoro venne eliminata dalla competizione.

Qualche mese prima della manifestazione, in Iran si fece sentire con forza l'Onda Verde (anche Green Movement), movimento che diede origine alle proteste di cui si è già discusso sul post di ieri relative alla rielezione del presidente iraniano Ahmadinejad, reo -secondo il movimento (e forse non ha avuto tutti i torti, se si ci si informa su cosa quel governo imponeva al popolo di fare e non fare)- di essere un simbolo di antiliberalismo, oscurantismo e repressivismo pur avendo ottenuto -in sede di rielezione- oltre il 62% dei consensi. Accuse di brogli provenienti dalle opposizioni e dagli altri candidati, evidentemente contribuirono ancora di più a scatenare la rabbia del movimento Verde, che appoggiava principalmente il riformista Moussavi (che prese solo il 33% su un totale di 85% di votanti), mentre l'altro candidato fu l'altrettanto riformista Karrubi.

Spiegato a grandi linee di che si tratta quando si parla del movimento iraniano dell'Onda Verde, un sostenitore di questo movimento dal suo blog -spiega Panorama.it con un articolo firmato da "Farian"- scrisse "il Brasile ha perso per cause divine, è Dio che ha punito i brasiliani per avere sostenuto le autorità iraniane"; un altro blogger scrisse che "a colpire i brasiliani è stata la maledizione degli iraniani". Un altro blogger ancora, ironicamente rivolto al ministro degli Esteri iraniano del periodo, Manucher Mottaki chiese se a causa della fuoriuscita del Brasile il ministro volesse "prendere i calciatori brasiliani e spedirli a Kahrizan (il carcere in cui almeno tre dimostranti dell'Onda Verde morirono a causa delle torture subite) per dare loro una lezione".

Lo stesso Mottaki rilasciò delle dichiarazioni al quotidiano Tehran Emruz, le quali -spiega l'articolo già citato di Panorama.it- fecero scaturire tra le altre, le affermazioni di alcuni blogger sopra riportate. Le affermazioni di Mottaki, in sostanza, tesero a dimostrare che nel Mondale 2010 vi si trovano delle significative correlazioni tra politica, diplomazia e calcio, e che USA, Francia e Inghilterra (per il Regno Unito) vennero subito eliminate poiché in quel periodo imposero sanzioni all'Iran e al suo programma nucleare.

Il Mondiale 2010 venne vinto dalla Spagna, e le big eliminate al primo turno furono Francia e Italia, mentre le nazionali eliminate agli Ottavi furono, tra le altre USA (1-2 col Ghana), Inghilterra (1-4 con la Germania), Portogallo (0-1 con la Spagna). Il Brasile venne fatto fuori ai Quarti, dai Paesi Bassi perdendo 1-2 (Robinho portò i verdeoro in vantaggio al 10', ma una doppietta di Sneijder nel secondo tempo conferì la vittoria degli arancioni). La finale fu tra Paesi Bassi e Spagna, e la competizione venne vinta dalla Spagna (grazie alla rete di Iniesta nei tempi supplementari).

Conclusioni: è possibile parlare di influenza politica per quanto concerne lo svolgimento del mondiale in Sudafrica? La risposta più appropriata -a detta di chi scrive- è che non vi sono sufficienti elementi utili per poterlo dimostrare. Se per quanto concerne l'Iran le coincidenze, come nel post di ieri viene osservato, tra andamento della diplomazia internazionale e andamento della Nazionale possono risultare significative, per il Mondiale non si capisce bene a favore di quale parte in causa si ottenne il risultato finale di vittoria della Spagna, selezione tra l'altro fortissima di suo in quegli anni.

Di questa vicenda, è utile sottolineare il fatto -che è anche la notizia base di questo post- che un politico con una certa visibilita in quanto ministro, si è esposto con delle esternazioni volte ad evidenziare dei dubbi circa il corretto svolgimento di una importante manifestazione calcistica, e che tali dubbi sarebbero il frutto di gravi questioni politiche. La replica di alcuni blogger dopo la sconfitta del Brasile è un ulteriore tassello utile a completare quella che rappresenta la notizia base.

Un'altra lettura di tutta la questione può riguardare, in modo equo tutte le nazionali chiamate in causa dalle diverse parti: USA, Francia, Inghilterra (per il Regno Unito) e Brasile. Si potrebbe ipotizzare che le tensioni interne alle nazioni cui queste selezioni rappresentano, contribuirono in qualche modo alle varie eliminazioni dalla competizione, influirono cioè sulle prestazioni delle squadre nazionali indipendentemente dalla parte chiamata in causa, e forse anche involontariamente. Tuttavia, è difficile se non impossibile rintracciare sufficienti prove utili a dimostrare quest'altra tesi sempre ammesso che porti al vero. Non vi sono insomma validi indizi per gridare al complotto: perché dunque farlo? Vista l'indisponibilità di prove, non è più gradevole pensare che la manifestazione sia stata svolta senza influenze politiche sui risultati delle partite, e che a trionfare siano invece stati principalmente agonismo, senso di competizione e sportività in senso generale?

Autore foto: Marcello Casal Jr/Abr

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