lunedì 25 agosto 2014

L'Iran e il divieto alle donne di recarsi allo stadio

L'Azadi Stadium, celebre impianto sportivo iraniano
Anche il presidente della Fifa Sepp Blatter, l'anno scorso invitò le autorità iraniane a permettere alle donne di poter assistere alle partite di calcio. Il 7 novembre 2013  in visita nella capitale iraniana Teheran, il presidente Blatter dichiarò anche che l'autorità femminile iraniana più importante è stata tra coloro con cui ha sollevato la questione, specificando anche di non voler interferire per cambiare la legge specifica, la quale è espressione di un divieto risalente sin dalla Rivoluzione Islamica del 1979.

Già nel 2006 l'allora presidente Ahmadinejad manifestò l'intenzione di rompere questo tabù, ma non se ne fece nulla, e la manifestazione di tale intenzione servì probabilmente a placare almeno un po' le tensioni internazionali, viste le precedenti affermazioni antisemite e di negazione dell'olocausto dello stesso Ahmadinejad. Già qualche anno prima del 2006 gruppi di donne vennero ammesse ad alcuni incontri calcistici, ma formalmente il divieto non è mai stato tolto, ed è ad oggi presente.

L'interesse per il calcio ha avuto una grande crescita in Iran, anche tra il pubblico femminile, specie da quando nel 1998 la nazionale tornò a qualificarsi al Mondiale in Francia. Il calcio è alla pari del wrestling il principale sport seguito in terra persiana.

In un paese dove vi è una cultura dell'occultamento del corpo femminile nonché della divisione sessuale degli spazi, il fatto che le donne non possano recarsi alle partite di calcio diventa normale. Nel 2003 fu costituita una squadra nazionale femminile, con donne già militanti nella squadra nazionale di calcio a 5: ebbene, quando giocano sono interamente coperte (anche con i capelli), persino col caldo dell'estate. Gli sport pubblici a cui le donne possono dedicarsi in effetti sono molto limitati, e ciò deriva appunto da un fatto culturale, sebbene tali limitazioni siano oggetto di controversie.

Tornando all'ingresso negli stadi, ogni qualvolta vi è una manifestazione importante, le donne femministe si ribellano. Nel 2001 per la gara Iran-Irlanda, le autorità consentirono l'accesso alle donne irlandesi ma lo vietarono a quelle iraniane, e la cosa si ripetè ad esempio nel 2004, quando 11 donne vennero respinte in occasione di Iran-Germania, mentre alle tedesche l'ingresso allo stadio venne permesso. "In cosa siamo diverse da loro?" protestavano le femministe iraniane. Ad elezioni ravvicinate, un ristretto gruppo di donne il 25 marzo del 2005 per le qualificazioni al Mondiale contro il Giappone, vi furono anche altre occasioni in Iran, sempre in quel periodo con delle donne allo stadio, ma il divieto persiste. Del resto, dal punto di vista islamico è peccato per le donne guardare le gambe nude degli uomini proprio come per gli uomini è peccato guardare donne scoperte.

Autore foto: de:user:Ghermezete su Wikimedia Commons

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