domenica 17 agosto 2014

Iran, calcio e politica: andamento della Nazionale e della situazione socio-politica negli ultimi decenni

Iran contro Angola, Mondiale 2006 
Nel corso degli ultimi decenni, la nazionale di calcio iraniana sembra andare di pari passo con le vicende e gli sviluppi accorsi allo stato persiano.

Durante gli anni settanta questa nazione si affermò quale grande potenza nella relazione con gli stati dell'Ovest, e in tale situazione la sua nazionale vinse tre volte la Coppa delle nazioni asiatiche e per la prima volta partecipò alla Coppa del Mondo del 1979. Proprio in quell'anno in Iran ebbe inizio la Rivoluzione Islamica, che durò per quindici anni. In questo periodo la tensione ed il rifiuto per le regole della politica internazionale, ebbero delle conseguenze in ambito non solamente politico ma anche sportivo.

Si disse non a caso, in un articolo precedente, tra le altre cose che il calcio in Iran, dal 1979 e fino alla fine degli anni ottanta venne messo abbondantemente da parte, e questo perché vi fu dapprima la rivoluzione islamica, poi una situazione di contrasti con gli americani, ostaggi, azzardi e morti -risolta con un accordo, come meglio specificato nel precedente post di cui si parla qualche riga più su- seguiti dalla guerra tra questo stato e quello dell'Iraq, guerra durata per 8 anni fino alla risoluzione dell'ONU del 1988.

Successivamente fino al 2005, sotto i due mandati del presidente riformista Jatami si ha una sorta di nuova apertura al mondo, e ciò coincise con la partecipazione della nazionale iraniana a diverse manifestazioni internazionali, ottenendo tra l'altro due qualificazioni al Mondiale: nel 1998 e nel 2006.
Non solo: questo senso di ritrovata armonia in ambito internazionale coincise con l'ingaggio di c.t. stranieri alla guida della Nazionale (il brasiliano Vieira, e i croati Ivic, Blazevic ed Ivanovic) e in più diversi calciatori iraniani approdarono nel campionato tedesco, negli Emirati Arabi Uniti o nella città-stato di Singapore (che ha un campionato locale).

Dal 2005, in seguito all'elezione alla presidenza della Repubblica iraniana di Mahmoud Ahmadinejad si ha una politica di rifiuto verso qualunque forma di apertura, e conseguentemente un forte controllo del governo sullo sport e le relative federazioni. Inoltre, dopo la deludente batosta nel Mondiale Germania 2006, il governo stesso licenziò il presidente della federazione. Ma c'è dell'altro: la federazione, nel 2005 per rispetto dei valori islamici vietò ai calciatori di assumere un aspetto simile a quello occidentale, e quindi non gli era concesso indossare orecchini, maglie attillate o di portare barbe non curate, code di cavallo, capelli ricci, e tutto ciò che ricordasse l'Ovest.

La chiusura imposta dal presidente della Repubblica nel 2006, come raccontato coincise con una brutta prestazione al Mondiale, e con un licenziamento forzato che la Fifa non gradì, e per tale motivo sospese la nazionale iraniana di calcio nel novembre 2006 fino a quando non si trovò una soluzione in linea con gli statuti della Figc nel dicembre 2006.

La nazionale in seguito vinse il Campionato dell'Asia occidentale, nel 2007 e nel 2008 e ottenne un secondo posto nel 2010. Nel frattempo giunse fino ai quarti di finale nella Coppa d'Asia 2007 e 2011; tuttavia non ottenne la qualificazione al Mondiale Sudafrica 2010. La nazionale di quegli anni risultò competitiva in ambito asiatico, tuttavia fuori dal continente deluse ancora una volta. Questa mancanza di risultati importanti al di fuori dell'Asia da parte della prima squadra nazionale si manifestò in un periodo che incluse delle tensioni sociali interne al Paese: il 13 giugno 2009 infatti venne rieletto Ahmadinejad -che venne criticato fortemente negli anni passati per le sue posizioni politiche conservatrici e di eccessivo distacco e contrasto verso l'Occidente e gli altri stati, per esempio con affermazioni quali "La sparizione dalla carta geografica dello Stato di Israele", che scaturirono inevitabili reazioni sia di Israele che della comunità internazionale che sostiene lo stato ebraico- ma l'opposizione sospettò brogli. Tale rielezione causò scontri di piazza, manifestazioni non autorizzate, morti causate dall'intervento delle forze dell'ordine, intervento giudicato eccessivo persino da alcune figure dello stesso governo.

Il 14 giugno 2013 venne eletto quale nuovo presidente della Repubblica dell'Iran Hassan Rouhani, con il 52,7% delle preferenze: un risultato davvero notevole. Il nuovo presidente era dato per favorito sin da subito. Politicamente riformista e moderato, gareggiò contro alcuni candidati conservatori, ottenendo alla fine la vittoria. La maggior parte dei suoi voti provennero dalla classe media e dai giovani. Tale successo viene spiegato come risposta alla fallimentare politica conservatrice di Ahmadinejad, accusato anche di brogli alle precedenti elezioni. La nazionale iraniana intanto ottenne la qualificazione al mondiale 2014 piazzandosi al primo posto nel giorone A finale di qualificazione dopo la partita contro la Corea del Sud vinta 1-0 (60’ Goochannejhad) il giorno 18 giugno 2013, pochi giorni dopo l'elezione di Rouhani: si tratta di una coincidenza in un certo modo significativa.

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