sabato 19 luglio 2014

Vittorie e trasformazioni socio-politiche: relazione ricorrente

Pelè in nazionale, anni '60
(fonte: Nationalencyklopedin, autore: AFP/SCANPIX  )
Certe volte calcio e politica si aiutano a vicenda, altre volte la politica si serve del calcio a scopo propagandistico, altre ancora il calcio aspetta l'intervento della politica (concernente la costruzione degli stadi, le leggi per la sicurezza, le norme sui diritti televisivi, ecc.), altre ancora il calcio si sostituisce alla politica nel cambiamento del Paese o dell'immagine della città che una squadra rappresenta, e in questi casi spesso la squadra diventa in toto espressione di patria, quindi i successi e le sconfitte condizionano anche l'opinione sul governo (per quest'ultima affermazione si veda ad esempio un precedente post pubblicato su questo blog).

Questo post vuole portare all'attenzione una coincidenza interessante illustrata in dettaglio in un articolo pubblicato da tusciaweb.eu del 14 luglio 2014 a firma di Daniele Camilli: la vittoria di un mondiale coincide per la nazione con una fase di trasformazione sociale, politica ed economica. Eccettuato per esempio l'ultimo mondiale vinto dalla Germania, a vincere il mondiale è stata spesso la squadra di un Paese in crisi, dalla cui crisi è sorto un nuovo ordine attraverso una fase di transizione e cambiamento. La nazionale vincitrice è anche l'espressione della crisi in atto della nazione che in quel momento rappresenta.

L'articolo di Camilli ci tiene a sottolineare che essere in crisi naturalmente non significa necessariamente vincere un mondiale, e tra l'altro a vincere questa competizione sono state quasi sempre le stesse squadre che, guarda caso provengono da cambiamenti radicali accorsi proprio negli ultimi 50 anni (Uruguay a parte, vincitore di 2 titoli): Brasile (5 volte), Italia, Germania (4 volte), Argentina (2), Francia, Inghilterra e Spagna (un titolo a testa).

L'articolo di cui si parla, intitolato "Calcio, mondiali e crisi sociali, una coincidenza interessante" porta all'attenzione diversi esempi significativi. Tra questi troviamo, tra gli altri, la vittoria dei tre mondiali del Brasile di Pelè, in una società attraversante una profonda crisi di trasformazione che si conclude tra il secondo ed il terzo titolo nella piena affermazione del regime militare. Un altro importante passaggio si registra nel 2002, da un lato con la vittoria del Mondiale da parte dei verdeoro, dall'altro con l'arrivo di Lula alla presidenza della Repubblica Brasiliana, un repubblica anche essa frutto di una profonda crisi da cui è scaturita una trasformazione.

Tra gli altri esempi che l'articolo di Daniele Camilli mette in evidenza, la vittoria del mondiale da parte della Germania Ovest nel 1954 che avviene in piena ricostruzione post bellica. La vittoria tedesca nel 1974 avvenne subito dopo i successi della Ostpolitik, una politica avviata dal cancelliere Brandt destinata a cambiare l'Europa e le relazioni internazionali, dando dunque avvio a quel processo di riunificazione con la Germania Est che avverrà 16 anni dopo (1990) proprio quando i tedeschi vinsero un altro mondiale.

Il Pallone d'Oro consegnato al portiere russo Lev Jashin nel 1963 coincise, guarda caso, con la volontà politica di aprire un dialogo coi paesi socialisti dopo un periodo di tensioni tra Est e Ovest.

Tra il 1962 e il 1969 vi furono le vittorie della Coppa Campioni da parte del Milan e dell'Inter, in un periodo di piena trasformazione sociale tra il Sessantotto, l'autunno caldo operaio e il boom economico.

La lista degli esempi pubblicati in quell'articolo è lunga, ed include ad esempio anche la vittoria del mondiale dell'Argentina nel 1978 che coincide con la dittatura di Videla, e del 1986 nella fase di democratizzazione durante la presidenza di Menem.

Anche i casi delle vittorie dei mondiali da parte dell'Italia sono letti in chiave di periodo di crisi e successivo rinnovamento: per esempio la vittoria del Mondiale '82 consente all'Italia di ritrovarsi, dopo anni di divisioni dettate da lotte operaie e studentesche, dal terrorismo e le bombe sui treni e nelle piazze, dai tentativi di colpo di Stato, e quindi da una fase identificata come guerra civile strisciante.

L'articolo oggetto di questo post pone l'accento sulla curiosità della coincidenza per cui a nazione in crisi, e quindi in fase di trasformazione sociale, politica ed economica corrisponde una vittoria del mondiale, e che a fasi di mutamento se non il mondiale talvolta si vince anche altro (Palloni d'oro e coppe campioni). La vittoria spesso contribuisce poi a svoltare verso il cambiamento, e nel caso di vittoria del titolo mondiale si instaura anche un senso ritrovato di orgoglio nazionale.

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