martedì 15 luglio 2014

Giorgios Katidis: escluso a vita dalla Nazionale della Grecia

Giorgios Katidis (autore foto: Catherine Kõrtsmik )
Il Giornale d'Italia, diretto da Francesco Storace, leader del partito italiano La Destra, in un articolo on line parla di due pesi e due misure per quanto riguarda le manifestazioni di ideologia politica da parte dei calciatori dinnanzi a pubblico, fotografi e telecamere.

Occorrono delle premesse: sia in Italia che in Grecia vi sono state delle dittature di estrema destra (in Italia il fascismo, in Grecia il regime del 4 agosto durato dal 1936 al 1941). Il fascismo e il nazismo hanno fatto molte vittime nei periodi dittatoriali. Ma anche il comunismo non è stato da meno, anzi ha numericamente fatto più vittime delle dittature di destra, perché le dittature di sinistra sono durate di più. Qualcuno sostiene che quei paesi che si sono definiti comunisti e poi hanno dato origine a delle dittature non possono definirsi veramente comunisti. Ognuno ha la propria idea e le proprie motivazioni.

Ciò detto, l'articolo sopra citato firmato da Paolo Signorelli afferma che è quantomeno discutibile il fatto che un gesto di esultanza possa essere all'origine di una reazione dei media e delle autorità sportive.

L'articolo aggiunge anche che se mentre per Lucarelli e Andrea Luci nessuno si scandalizza per il pugno chiuso, per Di Canio e Giorgio Katidis (greco, probabile simpatizzante del partito Alba Dorata) che fanno il saluto a braccio teso e mano aperta si è scatenato un putiferio.

Il capitano del Livorno Andrea Luci, nel corso della partita contro il Verona (articolo datato 19 marzo 2013) al momento della sostituzione chiude il pugno e lo mostra ai tifosi avversari, ossia i veronesi, notoriamente di estrema destra. Fin qui tutto normale. Nello stesso fine settimana capita invece che il ventenne Giorgios Katidis dopo aver segnato il gol decisivo a pochi minuti dalla fine della partita contro il Veira, nella massima divisione greca esulta in maniera scomposta e fa il saluto romano alle persone in tribuna. Un gesto che gli è costato, in seguito ad una riunione della federazione calcistica greca, il non poter più giocare per alcuna nazionale (giovanili e maggiore), a vita.

"Non sono un fascista e non lo avrei fatto se avessi saputo cosa significava" scrisse Katidis sul suo prifilo Twitter; tuttavia secondo la federazione calcistica greca il ragazzo ventenne "ha offeso profondamente tutte le vittime del Nazismo e ha violato i valori del calcio".

Senza voler esprimere un'opinione che sarebbe in ogni caso soggettiva, chi scrive lascia piena libertà al lettore di farsi l'idea che più ritiene opportuna e decidere se la punizione inflitta a Giorgios Katidis sia giusta o esagerata. Per completezza di informazione quella partita finì 2 a 1 per l'AEK Atene proprio grazie alla rete finale segnata all'84' da Katidis, che a seguito dell'episodio del saluto a braccio teso avvenuto a marzo 2013 venne messo anche fuori rosa dal club, e poi acquistato dal Novara in cui milita attualmente (10 presenze fino ad oggi).

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