lunedì 28 luglio 2014

Tavecchio, il caso è politico - Parte 2

Fiorentina-Lazio, diventata uns sfida anche tra chi è contro e chi è pro Tavecchio
Sul post di ieri si è parlato delle dichiarazioni di Tavecchio, della sua gaffe da molti interpretata e interpretabile come razzista: "Qui fanno i titolari quelli che prima mangiavano le banane", e quindi di alcune reazioni che tale frase ha suscitato, nonché la controreplica di Tavecchio, che si è scusato per la battuta infelice, ha ammesso l'errore e non accetta di essere apostrofato come razzista.

Si è anche visto che figure note che sostengono la sua candidatura lo hanno pubblicamente difeso, chiamando in causa quel fenomeno di strumentalizzazione che in politica è stato spesso adoperato. E a sostegno della tesi della strumentalizzazione ci sarebbero anche le dichiarazioni dello stesso Premier in persona, non tanto per quello che ha detto ma per il semplice fatto che apparire antirazzista -ve lo ricordate il gesto fatto con Prandelli alla Dani Alves?- vale punti agli occhi del suo elettorato specialmente quello composto da persone che si dichiarano di sinistra ma in Renzi vedono molte affinità con il liberismo e cioè con un'ideologia di destra che non tutela i più deboli, anche se la destra ovviamente non è necessariamente razzista, anzi nelle democrazie moderne a parte alcuni, sono in nettissima minoranza coloro che professano netta e aperta ostilità a chi appartiene ad una razza -nel senso stretto del termine- diversa. 

Matteo Renzi si è espresso con toni pacati ma netti: "Tavecchio? Quell’espressione sugli stranieri che mangiavano banane è inqualificabile. Parlando proprio calcisticamente direi un clamoroso autogol". Renzi, calcisticamente tifoso della Fiorentina è sostenuto in queste dichiarazioni anche dalla società della sua squadra: in un comunicato la società viola ha dichiarato che "L'Acf Fiorentina, fedele ai propri valori etici e civili, alla luce delle recenti affermazioni del signor Tavecchio ritiene non più sostenibile la sua candidatura alla presidenza della Figc".

Una simile decisione, quella dei Viola e di Della Valle appare come una rottura circa le alleanze interne alla Federazione: anche in tale istituzione -è bene ricordarlo- si fa politica, e sia Demetrio Albertini che lo stesso Carlo Tavecchio hanno presentato un programma elettorale a sostegno delle proprie rispettive candidature.

Della Valle, decidendo di non sostenere più la candidatura di Tavecchio per colpa delle dichiarazioni razziste rompe l'alleanza con Adriano Galliani (già presidente della Lega Calcio nonché ancora a.d. del Milan) e Claudio Lotito (massimo dirigente di Lazio e Salernitana). Qualche "maligno" può pensare anche che dietro ci sia dell'altro e che il caso Tavecchio sia stato strumentalizzato apposta per tornare utile da più parti. In effetti è davvero difficile pensare che chi continua a sostenere Tavecchio sia razzista solo perché continua a sostenerlo, solo gli ingenui possono arrivare a pensare ad una cosa simile.

Lo scopo di questo post è quello di aiutare il lettore a riflettere meglio circa quanto sta accadendo in questi giorni nel mondo del calcio, con la politica che interviene su fatti calcistici e con la politica interna al calcio che ne subisce delle conseguenze non di poco conto. Chi scrive preferisce non schierarsi, formulando un'idea che sarebbe in ogni caso di parte.

Questo blog continuerà ad occuparsi dell'elezione del nuovo presidente della Figc, andando anche a scoprire quali sono i punti salienti del programma elettore di entrambi i candidati.

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