lunedì 21 luglio 2014

Le divisioni in Libano riflesse nel calcio

Roda Antar, trequartista libanese 
(ad oggi 46 presenze e 19 gol in Nazionale)
Autore foto: 
Alexchen4836 fonte: Wikimedia Commons
In Libano, Paese dei Cedri, la connessione tra calcio e politica è fortissima: molte squadre hanno un preciso riferimento etnico, religioso o politico.

Dunque il rischio che problemi politici possano causare scontri fisici tra i tifosi è alto, e per tale motivo il governo ha impedito a tutti gli spettatori di accedere agli stadi durante tutte le partite del campionato di calcio del 2008.

Il Libano è uno Stato asiatico del Medio Oriente bagnato dal Mar Mediterraneo, e confina con Siria e Israele. Il territorio del Libano è pari a 10.452 chilomentri quadrati (per fare un confronto, quello dell'Italia è invece di 301.340 km²), e la forma di governo adoperata è la Repubblica Semipresidenziale. Il presidente nonché primo ministro attuale è Tammam Salam (indipendente, non appartiene a nessun partito), mentre la capitale dello Stato è Beirut.

Dal punto di vista calcistico, la nazionale libanese non ha mai ottenuto grandi risultati, in quanto non ha vinto alcun trofeo e può vantare soltanto una partecipazione al torneo di Coppa d'Asia nel 2000, mentre fino ad oggi non hai mai preso parte ai mondiali. In ambito interno, la massima serie libanese è la Lebanese Premier League, in cui gareggiano dodici squadre e di queste la più titolata è l'Al-Ansar con 13 titoli di cui 11 consecutivi tra il 1988 e il 1999, un record nel Guinnes dei Primati.

Il calcio, in quella terra è in taluni casi vera espressione politica e le squadre più seguite sono da una parte proprio l'Al-Ansar di Beirut, posseduta una ricca famiglia sunnita, dall'altra l'Al-Nejmeh sempre di Beiurut di appartenenza sciita, e dall'altra ancora l'Al-Ahed, sponsorizzata da Hezbollah. I cristiani libanesi sono invece rappresentati dai maroniti del Club Sagesse e gli ortodossi del Racing di Beirut, mentre la maggior parte di tifosi e dirigenti del Safa di Beirut sono drusi (seguaci di una religione di derivazione musulmana).

Un conflitto interno colpì il Libano nel 2008, scaturito da una mossa del governo che decise di chiudere la rete di telecomunicazioni militari di Hezbollah e di togliere il capo della sicurezza Shuqeyr dall'aereoporto di Beirut per presunti legami con Hezbollah, così da scatenare l'ira del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah che prese tale azione come una dichiarazione di guerra. Hezbollah è un partito politico sciita, e tradotto vuol dire "Partito di Dio (Hallah)".

Dopo la guerra, attraverso una mediazione internazionale con gli stati vicini al Libano, si è giunti ad un accordo tra le diverse fazioni etniche, religiose e politiche locali per eleggere Michel Suleiman come presidente della Repubblica e formare un governo di unità nazionale.

A proposito di governo libanese, in base ad una convenzione costituzionale (il Patto Nazionale del 1943), le più alte cariche dello Stato vengono coperte dai tre gruppi più numerosi in terra libanese. Per questo motivo, il Presidente della Repubblica è maronita, il Primo Ministro è sunnita, il presidente del Parlamento è sciita. Al momento però il presidente della Repubblica coincide con il primo ministro, ossia Tammam Salam, che è un sunnita e questo perché Michel Suleiman non è più il presidente da pochi mesi, essendo regolarmente scaduto il suo mandato il 24 maggio: si è aperto un vuoto istituzionale che non si sa quando sarà colmato. I seggi del parlamento sono invece ripartiti sia su base geografica che confessionale.

In pratica il Libano è uno stato multietnico e multi religioso, e normalmente tutti i gruppi presenti in quel territorio cercano la convivenza pacifica e trovano il modo non solo di identificarsi dal punto di vista politico, ma anche di esprimersi a livello calcistico, poiché molti club sono espressione di un peculiare credo religioso e politico.

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