lunedì 7 luglio 2014

Quel 3 a 0 a tavolino fra Italia e Serbia nel 2010

Il presente post intende raccontare e analizzare un episodio che, pur svincolato da aspetti agonistici, ha a che fare non solo con la politica ma anche col calcio, ma non per il risultato finale o per il gioco espresso.

La partita risalente al 12 ottobre 2010 tra Italia e Serbia fu un momento in cui si concentrarono istanze sportive, politiche e bellicose: una miscela che incrociò vari aspetti della realtà serba. Per l'allora c.t. italiano Prandelli si trattò di "una cosa mai vista".

Dopo appena sei minuti dall'inizio della gara, valida per le qualificazioni all'Europeo, i tifosi serbi lanciarono alcuni fumogeni in campo, uno dei quali sfiorò il portiere italiano Viviano. In seguito la gara la vinse per 3-0 a tavolino l'Italia, ed ovviamente la UEFA prese dei provvedimenti punitivi per quanto accaduto.

I disordini avvennero anche all'esterno dello Stadio Ferraris, con lancio di fumogeni e oggetti, e dopo una breve tregua, poco prima della mezzanotte vi fu una guerriglia tra serbi e poliziotti. Il bilancio è di 16 feriti, con una decina di persone fermate.

Ma chi sono le persone che hanno scatenato queste tensioni e questi scontri in terra ligure in occasione dell'incontro calcistico? Le Tigri di Arkan, gruppo di ultranazionalisti sorto da ex paramilitari che in guerra si sono macchiati di gravissimi crimini durante la guerra degli anni '90 nella ex Jugoslavia.

Per cosa manifestavano, e cosa c'entra il calcio? Il loro obiettivo era quello di protestare ferocemente per via del Kossovo, che secondo il loro punto di vista sarebbe un territorio serbo, e non albanese: non a caso durante la partita venne bruciata la bandiera dell'Albania, e venne esposto lo striscione "Kosovo è il cuore della Serbia".

Il calcio c'entra in questa vicenda molto probabilmente in quanto l'occasione della gara dell'Italia fu vista molto ghiotta a causa della risonanza mediatica di tale evento sportivo, di interesse popolare e internazionale e quindi di grandissima visibilità.

Quindi, appurato che l'oggetto di protesta era il Kosovo, attualmente terra che si proclama indipendente, la domanda da porsi è: perché i serbi la rivendicano?

Il Kosovo è un territorio amministrato dall'ONU da taluni paesi considerato come stato (fra cui 23 paesi UE e USA), mentre altri paesi come Russia e Cina sono contrari a tale riconoscimento. Il Kosovo dichiarò la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008. Tante persone di origine ed etnia albanese vivono in quel territorio, ovvero circa il 90% del totale della popolazione.

Il 9 settembre 2010 venne approvata delle Nazioni Unite una risoluzione preparata da Serbia ed UE che aprì la strada a degli accordi tra serbi e kosovari. Questi ultimi si considerano tuttora parte di una nazione indipendente, mentre i serbi considerano il territorio kosovaro come una provincia autonoma della Serbia. L'accordo serbo-kosovaro avvenuto nel 2013 del 19 aprile, da una parte legittima le istituzioni kosovare, dall'altra garantisce maggiore autonomia alla popolazione serba presente nella zona nord del territorio.

Tornando al 2010 quindi, dopo la firma della risoluzione del 9 settembre,  il 12 ottobre a Genova venne interrotta la partita fra Italia e Serbia a causa delle Tigri di Arkan, le quali avevano già fatto "rumore" qualche giorno prima in occasione del Gay Pride di Belgrado (capitale serba).

Si è trattato dunque di un ennesimo incrocio fra calcio e politica, ed in quella occasione il calcio si fece ostaggio di rivendicazioni territoriali.

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