sabato 5 luglio 2014

Sulle proteste dei brasiliani - Parte 3

Le proteste in Brasile non si fermano. Sia nel primo che nel secondo post di questo blog sull'argomento inerente a tali proteste, di tali proteste sono stati enunciati alcuni motivi centrali. Questo post ne mette in evidenza altri.

La caduta di un viadotto a Bela Horizonte vicino allo stadio del Mondiale, ha causato 2 morti e circa 20 feriti di cui almeno 8 gravi, secondo i numeri del primo bilancio, stando a quanto riportato su euronews.com.

Pare che per fare in fretta e accelerare la conclusione dei lavori prima del Mondiale, qualcosa sia andato storto. Un errore che è costato la vita e l'incolumità di molte persone, qualcosa di evitabile se si fosse agito con meno superficialità.

Naturalmente, e a giusto titolo, dopo l'accaduto i brasiliani hanno scatenato una nuova, ennesima protesta.

Un'enorme massa di cemento armato si è schiantata su un autobus, un'automobile e due camion. Il comandante dei vigili del fuoco intervenuti dopo il crollo del viadotto (avvenuto probabilmente perché non si è rispettato il tempo di maturazione del calcestruzzo) afferma che se quell'episodio fosse successo due ore dopo sarebbe stata una strage, in quanto sarebbero stati molti di più i veicoli a circolare per quella zona per il rientro.

I brasiliani che protestano hanno ragione: per i tanti motivi, fra i quali quelli già enunciati su questo blog il Mondiale andava disputato altrove, e chi vi scrive pensa che qualsiasi persona dotata di un cuore e di una sufficiente intelligenza possa comprendere questo pensiero.

Tra le proteste dei brasiliani si aggiunge anche il fatto che le grandi opere hanno avuto un pesante impatto negativo sull'ambiente. Ed il Sottosegretario di Stato agli Affari della Coppa del Mondo ha lanciato una iniziativa a scopo ambientale, il "Projeto Gol Verde".

L'iniziativa serve alla tutela della Foresta Atlantica: per ogni gol segnato nello stadio Arena Fonte Nova di Salvador, il governo pianterà la "Mata atlantica" in un'area grande quanto un campo di calcio. Questo progetto però, seppur significativo, non risponde in modo deciso e compiuto ai problemi ambientali del Paese. Del patrimonio forestale originario, afferma Lorenzo Vendemiale in un articolo su ilfattoquotidiano.it, resta appena il 7% ed un campo da calcio riempito non è poi questo granché, seppure l'iniziativa sia lodevole. Sempre Vendemiale fa poi notare i silenzi in Brasile sulla Foresta Amazzonica. In generale è comunque positivo che il governo mostri un minimo di sensibilità verso i problemi dell'ambiente.

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