mercoledì 16 luglio 2014

Tifo violento in Italia: la linea dura del governo

Lo Stadio Olimpico di Roma, sede della finale di Coppa Italia (Attribuzione foto: Andrew)
Il governo italiano sembra in procinto di prendere pesanti provvedimenti per quanto riguarda la sicurezza negli stadi, e ciò a seguito di una riunione avvenuta dopo l'episodio di Roma che ha preceduto la finale di Coppa Italia 2013/2014 tra Fiorentina e Napoli del 3 maggio 2014: la finale si è giocata nella Capitale, ed un tifoso della Roma fuori dallo stadio spara con la pistola un tifoso del Napoli, Ciro Esposito che nonostante le cure ospedaliere dopo qualche giorno muore. L'episodio, nonostante gli appelli contro la violenza da parte della famiglia della vittima, ha scatenato un forte senso di odio e vendetta fra napoletani e romanisti. Recentemente, dei romani presenti a Napoli sono stati accoltellati, probabilmente proprio a causa delle tensioni venutesi a creare, ma non è ancora del tutto accertato quali fossero i rispettivi moventi degli aggressori.

Con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, tifoso della Fiorentina presente in tribuna, accade qualcosa che a qualcuno è parso scandaloso: il capo ultras della tifoseria del Napoli si accorda con arbitro, forze dell'ordine, giocatori e altri tifosi decidendo se si può giocare o meno la partita. Una discussione apparsa a tanti un po' surreale, per due ragioni principali: il capo ultrà azzurro si dice sia figlio di un camorrista, e si è tra l'altro presentato allo stadio indossando una maglietta con la scritta "Speziale libero". Speziale era un ragazzo che uccise il poliziotto Filippo Raciti a Catania e consequenzialmente venne messo in prigione.

Proprio quella maglietta è costata un daspo a Genny 'a Carogna, il capo ultrà azzurro, dalla durata di 5 anni. Questa persona aveva avuto già due precedenti daspo in passato. Il daspo è l'impossibilità di accedere a manifestazioni sportive entro un certo numero di mesi o anni prestabiliti a seconda della gravità del gesto e del danno compiuto.

Si diceva dell'episodio costato la vita a Ciro Esposito. Ebbene, in seguito a tale accaduto si è svolta una riunione al Viminale ed erano presenti anche i vertici delle forze di polizia e sicurezza, il presidente del Coni Giovanni Malagò, Giancarlo Abete (presidente dimissionario FIGC) e i presidenti delle leghe nazionali Maurizio Beretta, Andrea Abodi, Mario Macalli e Carlo Tavecchio. Nel corso dell'incontro, si è stabilito che i provvedimenti da prendere dovrebbero riguardare almeno tre novità, che dovranno essere incluse in un decreto legge che dovrà poi essere discusso dal Consiglio dei Ministri. Le novità potenziali riguardano da un lato il fatto che la pena massima da poter infliggere circa il daspo non sarà più di 5 anni ma di 8; dall'altro che il daspo potrà anche essere successivamente ridotto se il soggetto daspato (che dovrebbe avere anche l'obbligo di firma in questura) deciderà di collaborare con la giustizia; dall'altro ancora che il daspo potrà anche essere collettivo, e dunque ad esempio se degli esaltati in viaggio in pullman assalissero un autogrill, anche gli altri passeggeri tifosi che non hanno fatto nulla saranno condannati con il daspo.

Per il ministro dell'Interno Angelino Alfano è importante prendere provvedimenti molto drastici per cacciare i violenti dagli stadi. Il leader di NCD invita poi i club a non avere più rapporti con le tifoserie ultrà.

Una cosa che farà certamente molto discutere qualora diventasse legge sarebbe l'introduzione del daspo collettivo. Infatti l'intenzione di fondo è quella di mettere in discussione il principio di leadership che domina il mondo ultrà, ma qualcuno dei diversi rappresentanti del calcio professionistico presenti alla riunione del Viminale del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza avvenuta il 3 luglio, secondo un articolo on line a firma di Guglielmo Bucchi per La Stampa si chiede che senso avrebbe un daspo di gruppo quando spesso il problema è stabilire le responsabilità individuali dei così detti "reati da stadio" garantendo la certezza della pena dopo le condanne.

In quella riunione si è parlato anche delle trasferte dei tifosi, che secondo il ministro dell'Interno andrebbero tutte stoppate per almeno 2 anni (secondo quanto ha dichiarato), mentre Pansa, il capo della polizia afferma che per il capitolo trasferte occorra valutare caso per caso.

Anche Giovanni Malagò presidente del Coni si dichiara d'accordo col fatto che sia necessario introdurre "leggi speciali" contro "chi ci fa vergognare di andare allo stadio".

Eppure alcuni punti, daspo collettivo in primis, andrebbero forse ridiscussi meglio.

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