domenica 13 luglio 2014

L'occasione mancata di Italia '90

Italia-Argentina, Mondiale Italia '90
Poteva essere una grande occasione per l'Italia di migliorarsi e dare una spinta all'economia nazionale. Fu soprattutto la realizzazione di opere di cattiva qualità, alcune delle quali poi rimaste inutilizzate. Ma fu anche sperpero di denaro pubblico che arricchì i privati anche mediante il fenomeno della speculazione edilizia. Questi fatti sono noti, si tratta di cose di dominio pubblico; la rete poi, è piena di articoli di blog e di giornali on line che parlano di sprechi di denaro e di occasione mancata per l'Italia, quella dello svolgimento dell'ultimo Mondiale giocato nel Belpaese.

Quello che - forse - è meno noto è il fatto che gli sprechi e quindi i debiti lasciati da Italia '90 devono ancora essere finiti di pagare. Ad esempio, nel bilancio di previsione di Palazzo Chigi del 2014 vi è una voce relativa ai mutui accesi con la legge 65 del 1987: "Mutui relativi ad interventi di cui alla legge n. 65/1987 e successive modificazioni e integrazioni". Tale voce informa che lo Stato italiano ha pagato per tali mutui 61 milioni circa nel 2014, come anche nel 2013 e nel 2012, mentre erano 55 milioni nel 2011 e 60 nel 2010.

L'Italia riuscì ad ottenere l'autorizzazione ad organizzare il Mondiale '90 nel 1984, quando il governo aveva come Presidente del Consiglio Bettino Craxi (1983-1987), succeduto da Fanfani (1987), poi da Giovanni Goria (1987-1988), da De Mita (1988-1989) e nei primi anni novanta da Giulio Andreotti (in carica dal '90 e sino al 1992). Frattanto, nel 1986 il presidente del CONI, Franco Carraro avviò la progettazione e la costruzione delle infrastrutture per ospitare la manifestazione, come stadi, parcheggi, alberghi, servizi per la mobilità. Gli stadi allora presenti in Italia erano strutture per lo più vecchie e fatiscenti che andavano ristrutturate, oppure servivano impianti nuovi da costruire ex novo. A Bari ad esempio venne costruito appositamente lo Stadio San Nicola, a Torino il Delle Alpi, a Fuorigrotta, quartiere partenopeo venne invece realizzato il terzo anello per lo Stadio San Paolo (che dopo un po' di tempo dalla fine del Mondiale venne considerato pericoloso e chiuso al pubblico). Luca Cordero di Montezemolo fu nominato Presidente del Comitato Organizzativo dei Mondiali di Calcio. In tutto, gli stadi in cui si disputarono gli incontri mondiali furono 12, situati rispettivamente a Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Udine. Rispetto al budget preventivato venne speso l'85% in più. Gli organizzatori giustificarono tali costi - che provocarono l'apertura di numerose indagini, per lo più senza esito - al fatto che i tempi per terminare i lavori erano brevi, e questa condizione avrebbe impedito di avviare gare per gli appalti di costruzione, provocando dei sovrapprezzi dovuti al fenomeno della speculazione edilizia. Molte opere rimasero incompiute, altre vennero utilizzate solo per un breve periodo.

Sotto l'aspetto strettamente calcistico il Mondiale lo vinse la Germania Ovest contro l'Argentina per 1-0 con gol di Brehme al minuto 84 (Germania-Argentina è anche la finale del mondiale di quest'anno, che si disputerà stasera), mentre la Nazionale italiana guidata dal c.t. Azeglio Vicini disputò e vinse la finale per il terzo posto, battendo per 2 a 1 l'Inghilterra, con reti di Roberto Baggio (72') per l'Italia, David Platt (82') per gli inglesi ed infine Totò Schillaci (86' su calcio di rigore) per l'Italia, la quale venne sconfitta in semifinale dall'Argentina di Maradona, ai calci di rigore.

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