giovedì 31 luglio 2014

Sulle proteste dei brasiliani - Parte 4: il pensiero di Romario

Romario alla Camera dei Deputati (autore foto: José Cru/ABr)
La pressione sul Brasile era tanta, in un Paese dove la gente si era stancata del calcio, che protestava contro lo svolgimento del Mondiale in Brasile. La sconfitta patita per 7 a 1 dalla Germania è il riflesso della dura realtà che i brasiliani sono costretti ad affrontare.

Nella parte 1 della serie "Sulle proteste dei brasiliani" si è parlato in modo generale di alcune delle ragioni delle proteste (tra cui che gli stadi non serviranno a granché dopo la manifestazione), nella parte 2 si è andati ancor più nello specifico, spiegando che i brasiliani contestano sia la Fifa -per la quale si è prospettato un danno d'immagine e di utili, visto che gli sponsor del mondiale hanno ridotto al minimo le rispettive campagne pubblicitarie- che per il governo anche a causa del fatto che per fare quegli stati sarebbe stato sottratto denaro ai servizi di base per la popolazione. Nella parte 3 si è documentato di come le proteste in Brasile continuassero, anche a causa del crollo di un viadotto costruito in fretta e furia in vista del Mondiale, e a causa di tale crollo sono morte alcune persone, e altre rimaste ferite. Nello stesso articolo si è menzionato anche il fatto che tra le cause della protesta vi sono anche ragioni ambientali: le grandi opere hanno avuto un forte impatto negativo sull'ambiente.

Ma c'è anche dell'altro da documentare. Chi ci ha guadagnato da questa manifestazione e chi ci ha rimesso, oltre all'ambiente?

A guadagnarci sono stati soprattutto i privati. Sono stati spesi 11 miliardi di dollari circa, pari a circa il 61% del bilancio dell'istruzione nel Paese, e quasi tutte le spese sono state a carico dello Stato che ha avuto ben pochi ricavi. A rimetterci sono stati quindi da una parte lo Stato che avrà una crescita economica stimata di soli 0,2 punti percentuali a fronte delle notevoli spese effettuate, dall'altra parte i cittadini per i motivi già elencati, oltre al fatto che per la realizzazione di stadi e infrastrutture si dice abbiano perso la casa circa 250.000 residenti in Brasile: un fatto tristissimo e al tempo stesso irritante. Lo svolgimento del mondiale è stato utile se non altro a fare pubblicità al Brasile, ma questo Brasile aveva poi così bisogno di farsi pubblicità? A inizio mondiale le infrastrutture degli stadi non erano ancora ultimate, e i campi erano in pessime condizioni. Per nascondere lo stato del terreno di gioco, alcuni lavoratori furono filmati intenti a dipingerlo di verde dove necessario...

Per loro fortuna, almeno -e anche per fortuna del governo, che sulla vittoria finale del Brasile ci aveva messo pubblicamente la faccia- a vincere non sono stati i finalisti rivali dell'Argentina, una magra consolazione per l'umore complessivo della popolazione, un fatto che in realtà fa soprattutto comodo al governo in quanto la
presidente del Brasile si è, in questo modo risparmiata l'umiliazione di premiare gli argentini: meglio premiare i tedeschi, non fa nulla se hanno sconfitto la Seleçao per 7 a 1.

Romario, noto ex calciatore brasiliano (ha giocato, fra l'altro, nel PSV, nel Barcelona, nel Flamengo e nel Valencia) oggi è un parlamentare ed esponente di spicco del Partito Socialista del Brasile, molto attivo nel criticare lo svolgimento di questa competizione, chiamando il popolo alla protesta ed evidenziando la mancanza di infrastrutture e servizi pubblici adeguati e l'enorme spesa per il torneo. Dopo l'eliminazione del Brasile dal torneo, lui che con la Nazionale ha vinto la competizione nel 1994 ha scritto su Facebook (come riporta un articolo del sito lindro.it) "Dilma dovrà dare la coppa ad un'altra squadra. Loro prenderanno la coppa e a noi lasceranno i nostri stadi costosissimi e l'eredità morale. Questo è il calice della vergogna" (Dove Dilma, ovviamente è la presidente del Brasile, Dilma Rousseff).

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