sabato 12 luglio 2014

La Colombia e la qualificazione al Mondiale 2014

Una partita della Colombia
(2011, contro l'Equador, autore: Juanca Parce, fonte: Wikimedia Commons)
Secondo gli studiosi la vittoria di una competizione importante o comunque il raggiungimento di un importante traguardo da parte di una squadra di calcio nazionale, fa vedere positivamente anche quanto accade all'interno del Paese. Di riflesso, una eventuale sconfitta favorisce solitamente l'opposizione di governo.

Una simile affermazione trova largo consenso presso gli studiosi, ed è confermata dall'analisi di diversi casi storici. Anche per questo nel post di ieri di questo blog è stata riportata l'idea (ripresa da un articolo de ilfattoquotidano.it) per cui se il Brasile avesse vinto il Mondiale la situazione in quel Paese sarebbe molto probabilmente migliorata, sotto vari aspetti. In un post del 2 luglio invece si è parlato, tra le altre cose, anche del Miracolo di Berna, ovvero della vittoria della Germania Ovest sull'Ungheria grazie alla rete del 3-2 a 6 minuti dal termine nella finale del Mondiale di Svizzera '54: un risultato che, avendo entusiasmato il popolo locale, viene ritenuto fra le principali cause della ripresa economica dello stato tedesco occidentale dopo il disastro lasciato dalla Seconda Guerra Mondiale.

Nel 2014, la partita valida per il Mondiale FIFA Brasile 2014 tra Colombia e Grecia, conclusasi per 3 a 0 a favore dei colombiani che è stata determinante per la Colombia per accedere agli Ottavi (in seguito arriverà anche ai Quarti, ottenendo un risultato storico mai raggiunto prima), dopo che mancava dalla competizione dall'edizione del '98 (ove si fermò al primo turno), fece anche dell'altro: determinò la riconferma di Juan Manuel Santos alla presidenza dello stato colombiano. Infatti esperti sostengono che vi siano significativi collegamenti tra i due eventi appena citati. In effetti qualche indizio in tal senso lo si può scovare anche nel fatto che il presidente Santos durante la campagna elettorale si è mostrato interessato anche al calcio, postando il primo gol del centrocampista Pablo Armero contro la Grecia; inoltre il figlio di Santos si è fatto fotografare insieme all'attaccante colombiano Radamel Falcao.

Santos, presidente uscente in carica dal 7 agosto 2010, è stato riconfermato lo scorso 15 giugno con il 50,95% dei voti. Esponente del Partito Sociale di Unità Nazionale di centrodestra, promulgatore di valori di pace e sostenitore di accordi con le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia) che da quasi sessant'anni sono causa di disordini e guerriglie nel Paese.

L'elezione colombiana si era infatti trasformata, al ballottaggio, in una sorta di referendum tra chi promulgava un ritorno alla pace (Santos) e chi invece era contrario a ogni possibile accordo con i guerriglieri, ossia lo sfidante Oscar Ivan Zuluaga del Centro Democratico, che si è fermato al 45%.

Analizzando questa vittoria elettorale, vi è da considerare anche la scarsa affluenza alle urne: sono andati a votare 16 milioni su 33 milioni di elettori disponibili (negli ultimi 16 anni l'affluenza in Colombia non ha mai superato il 49%), e anche che ad aprile il 38% della popolazione non considerava Santos in modo positivo.

Una vittoria dovuta probabilmente a una campagna elettorale ben orchestrata da una parte, dall'altra parte è a detta di molti studiosi da considerare anche la qualificazione al mondiale della Colombia e la vittoria per 3-0 contro la Grecia quali fattori decisivi per la riconferma: a sostenerlo, uno studio di Andrew Healey e Neil Malhotra, professori di Economia rispettivamente presso la Loyola Marymount University e la Stanford University.

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