giovedì 3 luglio 2014

Politici e calcio: quando Nichi Vendola parlò dell'arbitro

Le relazioni che legano il pallone alla cosa pubblica e con chi la governa e la amministra sono molte di più di quanto comunemente si tende a pensare. Il lavoro intrinseco di questo blog è anche quello di fare esempi pratici sulle svariate modalità di intrecci e commistioni tra calcio e politica.

Capita anche che la classe dirigente del popolo incontri la classe dirigente di un settore calcistico, nello specifico quello degli arbitri. Un presidente di una regione italiana partecipa ad un convegno sul rispetto della sportività e della lealtà assieme a dirigenti di spessore in ambito sportivo come ad esempio Marcello Nicchi (presidente AIA), Renzo Ulivieri (presidente degli allenatori), Vito Tisci (presidente FIGC Puglia), Lello Giove (presidente comitato arbitri di Puglia). In più vi era Marco Di Napoli, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brindisi.

Questo è accaduto a Bari: in occasione della Fiera del Levante, nella Sala Tridente si è registrato (il 5 febbraio 2014) un evento definito importante per tutto quanto ruota intorno agli arbitri di calcio a 11, e quindi al calcio e al suo regolamento. Una serata descritta "memorabile" sul sito dell'AIA (Associazione Italiana Arbitri) di Bari, organizzata proprio dal presidente e dal vice presidente della sezione arbitrale del capoluogo pugliese. Molte le figure note tra gli ospiti presenti, fra cui Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia e leader del partito di sinistra radicale, SEL (attualmente all'opposizione di governo).

L'intervento finale della manifestazione è spettato proprio a Nichi Vendola, che ha rivelato di non essere mai stato un grande appassionato di sport, ma ha speso parole di elogio verso la figura dell'arbitro, "vero custode delle regole". Dichiara inoltre di non apprezzare l'idea di "attribuire un prezzo ad un uomo", ossia di non apprezzare il calcio mercato. A parte tutto, Vendola cerca di trovare del buono nello sport, che deve educare alla convivenza, alla comunità e alla collaborazione. Il governatore pugliese pensa che i valori di questa attività umana possano quindi essere utili ad abbattere alcune "barriere culturali", in riferimento al razzismo ancora presente nella nostra società, e citava come esempio il campione di boxe Cassius Clay, "uomo di colore che con la sua eleganza e lealtà sportiva dava esempi di vita a milioni di persone che ritenevano inferiore la sua razza". Lo sport dunque può abbattere le barriere culturali, e secondo Vendola la figura dell'arbitro, nello sport, è l'autorità assoluta del regolamento, e dunque su di lui gravano grosse responsabilità.

Come già ricordato in post precedenti, in politica quello che si fa pubblicamente e mediaticamente è nella stragrande maggioranza dei casi qualcosa di calcolato, utile alla causa propagandistica. In politica ciascun politico e/o movimento e partito politico possiede una ideologia e una narrazione più o meno convincente e "votabile". In questo post non si vuole screditare nessuno, il lettore è libero di trarre le conclusioni che vuole, e probabilmente Nicki Vendola, al di là della narrazione sua e del suo partito, crede davvero nei valori di solidarietà, comunità e anti razzismo come non c'è motivo di pensare il contrario. Le parole pronunciate alla serata barese di cui sopra suonano, inutile nasconderlo, molto "di sinistra": per esempio abbattere le barriere culturali è una tematica tradizionalmente "rossa" come anche il senso della collettività e della cooperazione sociale (la destra è invece tradizionalmente più individualista ed atta tutelare la libertà personale, in ossequio ai principi liberali) e anche nel fatto di detestare il calcio mercato è ravvisabile qualcosa di socialista e comunista: gli uomini devono essere considerati persone, e non è giusto attribuire loro un prezzo quasi fossero merce: è questo ciò che probabilmente intendeva dire; ma in ogni caso si tratta di parole apprezzabili anche da chi magari è di destra o non è collocabile politicamente.

Volendo trarre alcune conclusioni, si può dire che il governatore della Puglia fosse in cerca di visibilità mediatica (cosa più che legittima, anche perché il suo partito non se la passava molto bene come percentuale di elettori in quel periodo, stando ai sondaggi), o magari era stato semplicemente invitato e lui ha accettato ben volentieri di partecipare. O magari entrambe le cose, e del resto come è ben noto ovunque, se in politica non hai visibilità non puoi sperare di ottenere consensi.

Foto: Nichi Vendola; autore: ciocci from italia

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