sabato 16 agosto 2014

Elementi di anarchismo e di estrema sinistra nel calcio del Messico

Stadio dell'Atlas 
(autore foto: Joel Espinosa from Guadalajara, Jalisco, México )
Con il presente articolo si offrono ennesimi esempi di contatto, rispetto a quelli mostrati con gli articoli precedenti, tra il mondo del calcio e quello della politica.

In Messico la squadra dell'Atlas di Guadalajara è un club che si rispecchia in un simbolo con scudo rosso e nero (colori dell'anarchismo) con in mezzo una grande "A" bianca (visibile su un articolo di it.anarchopedia.org). Il nome completo del club è Club Deportivo Atlas de Guadalajara, e milita nella Prima Divisione, la prima serie del calcio messicano. Fondata il 15 agosto 1916 da un gruppo di giovani appassionati, tra i titoli vinti nell'arco della sua storia, i principali sono 1 campionato di massima serie nel lontano 1951, e 4 coppe nazionali, ottenute tra la seconda metà degli anni quaranta e la seconda metà degli anni sessanta.
Subcomandante Marcos 
(autore foto: Orianomada)
 L'Atlas potrebbe essere stata fondata da anarchici: gli indizi riconducono infatti proprio a quella ideologia politica. Tra l'altro il Messico dimostra un grosso legame tra calcio, anarchia, sinistra e lotte sociali: nello stato messicano del Chiapas, uno di quelli più diffidenti verso il governo centrale, l'EZLN (movimento zapatista) del subcomandante Marcos è noto per organizzare incontri calcistici tra una rappresentanza di neo-zapatisti (da Zapatero, l'ex capo del governo spagnolo di estrema sinistra, che si dimise) e altri gruppi sociali o politici. Risonanza mediatica ebbe, nel 2005 l'ironica e provocatoria lettera -"Perché il calcio deve tornare ad essere uno sport divertente e smettere, ogni tanto, di essere solo un affare"- di sfida all'Inter. La società nerazzurra ha fatto del bene da quelle parti, inviando palloni e magliette, finanziando la costruzione di alcune infrastrutture (come un acquedotto), inviando medicinali e acquistando un'ambulanza a servizio delle popolazioni che vivono a confine tra Messico e Guatemala, allacciando anche delle relazioni con il movimento EZLN di Marcos, il quale in realtà voleva, con quella lettera provocatoria e ironica, ringraziare la società allora di Moratti. Ovviamente questo post non intende osannare la società nerazzurra: se si è nominato tale club citando la beneficenza fatta da quel club in quelle zone, lo si è fatto per dovere di cronaca visto che l'argomento in questa sede investe il particolare rapporto tra calcio messicano, politica, e subcomandante Marcos.

Il subcomandante Marcos è un appellativo che sostituisce il nome del famoso rivoluzionario messicano, leader e portavoce dell'EZLN, cioè Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Grande appassionato di calcio, secondo il governo locale il suo vero nome è Rafael Sebastián Guillén. Il 24 maggio 2014 pone fine al suo personaggio, inscenando una morte simbolica, affermando che "La mia immagine pubblica è diventata una distrazione. Il mio è stato un travestimento pubblicitario", e dichiarando anche che i leader politici non sono necessari. Dichiarazioni che a ben vedere cercano di riflettere quella che è l'ideologia anarchica.

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