venerdì 8 agosto 2014

Inghilterra tra sicurezza ed "hooligans"

Arsenal-Chelsea, 2012
Già a partire dagli anni sessanta, in Inghilterra esisteva una frangia di tifosi molto violenti, detti hooligans. Nel corso degli anni, dopo molti episodi di violenza nel 1989 Margaret Thatcher approvò una legge che schedava i tifosi: il Football Spectators Act. Per assistere a una partita gli spettatori dovevano obbligatoriamente entrare in possesso di una sorta di "tessera del tifoso". La legge però si rivelò controproducente in quanto eccessivamente macchinosa, come risulta segnalato tra le altre cose nel rapporto di Peter Taylor (giudice) sulla Strage di Hillsborugh, in cui morirono 96 tifosi del Liverpool.

Peter Taylor propose allora di risolvere il problema intervenendo sugli stadi, che nei primi anni '90 erano ancora fatiscenti, brutti nonché poco frequentati. Suggerì inoltre di dotare di seggiolini numerati tutti i posti dove prima si assistiva la gara all'inpiedi, ovvero nei posti dove assistere ad una partita costava di meno: il seggiolino numerato serviva ad impedire gli incidenti dovuti all'eccessiva presenza di persone.

In Inghilterra la responsabilità di ciò che avviene sulle tribune nel corso di una partita è di competenza di chi gestisce l'impianto, dunque nella maggior parte dei casi si tratta dei club. Per le leggi britanniche, attualmente è reato tra le altre cose entrare in uno stadio con una bevanda alcolica o con dei petardi, lanciare oggetti in campo e intonare cori razzisti. La società del Manchester United sospese "a tempo indeterminato" un tifoso poiché si era presentato allo stadio con una lattina di birra(!!!).

A partire dai provvedimenti di Taylor gli incidenti tra tifosi e gli episodi di violenza sono diminuiti drasticamente. Sebbene ogni tanto qualche episodio ancora accade si tratta di casi veramente sporadici se si considera, a titolo di esempio, che in Inghilterra gli arresti per reati collegati alle partite di calcio hanno riguardato, nel 2012/13 "solo" 2.456 persone, ossia un numero relativamente basso se si tiene conto che si parla dello 0,01 % dei tifosi totali.

Ciò detto, gli hooligans sono un fenomeno ancora presente nel mondo del calcio inglese, e gli episodi di violenza malgrado le leggi e nonostante i bassissimi numeri relativi agli arresti, comunque accadono, sebbene in maniera ridottissima.

In Inghilterra, nella sola Londra vi sono diversi hooligans, e ciascun gruppo è motivato da precisi orientamenti ideologici: il club del Millwall è sostenuto dai Bushwackers, il West Ham dagli Inter City Film, il Tottenham dai Yid Army, l'Arsenal dai Gooners, ed il Chelsea dagli Headhunters.

Gli Headhunters (cacciatori di teste) sono un gruppo di estrema destra. Il giornalista irlandese Donald MacIntyre nel 1999 si infiltrò tra i membri di questi hooligans del Chelsea, svelando il loro essere altamente razzisti. Tali accuse vennero smentite da uno dei capi storici di questo gruppo, Jason Marrines anche se è di dominio pubblico il fatto che costoro intrattengono rapporti stretti con partiti reazionari quali il National Front ed il British National Party, ed il leader di quest'ultimo partito Nick Griffin ricevette una condanna per incitazione all'odio razziale nel 1998. In più sono anche legati ad alcuni gruppo skinhead e neonazisti come Combat 18 (il cui nome si ispira alle iniziali di Adolf Hitler), gruppo che si rese protagonista dei disordini nel match Irlanda-Inghilterra il 15 febbraio 1995. Di recente gli Headhunters hanno preso parte ad alcuni scontri, come la rissa contro la Soul Crew del Cardiff che contò alcuni feriti. Tra i gemellaggi e i buoni rapporti intrattenuti con altre tifoserie, si segnalano quelli con le italiane Lazio e Verona, notoriamente altrettanto di estrema destra. Questi hooligans nazionalisti e reazionari si considerano protestanti e lealisti, fedeli alla corona e alla Regina, cantano sentitamente l'inno del Regno Unito ed hanno persino rapporti con l'Ulser Defence Association, organizzazione paramilitare volta a difendere gli interessi del Regno Unito in Irlanda del Nord.

Ricapitolando, la violenza negli stadi in Inghilterra esiste, proprio come gli hooligans, e fra questi ultimi spiccano gli Headhunters per le loro posizioni reazionarie e -a detta di molti- xenofobe, in quello che è uno dei paesi più multiculturali al mondo. Tuttavia, grazie a severe leggi ed alla costruzione di stadi controllati, efficienti ed anche belli, la violenza negli stadi anche per merito dei suggerimenti del giudice Peter Taylor (che però -è giusto ricordare anche questo- hanno provocato anche "effetti collaterali" come il notevole aumento del prezzo dei biglietti allo stadio) è un fenomeno che, sebbene presente si manifesta molto più raramente che altrove.

Autore foto: Ronnie Macdonald

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