mercoledì 17 settembre 2014

Nazionale italiana, politici italiani, Ciro Esposito e questione sicurezza: le parole di Marco Tardelli

Napoli, 1978: Tardelli affronta Michelle Platini in un'amichevole
Un articolo di Dagospia datato 25 giugno 2014 parla dell'Italia, della nazionale di calcio, del ferimento di Ciro Esposito (che poi morì in ospedale), della politica e dei politici italiani tramite un'intervista rivolta a Marco Tardelli, che fu anche calciatore e Ct azzurro.

Tardelli afferma che è giunta l'ora che i politici ci diano un taglio con la retorica del pallone. "Non si può affermare che se l'Italia vince una partita il Paese voli o viceversa. L'Italia è stata eliminata (al Mondiale, ndr) perché ha trovato un mezzo arbitro, perché ha giocato una brutta gara con la Costa Rica e perché contro l'Uruguay è stata anche sfortunata".

Secondo Tardelli "Prandelli sarebbe stato perfettamente in grado di proseguire nel suo ruolo di Ct, è il contesto in cui si muove il mio sport dalle nostre parti che deve cambiare".

Tardelli parla anche di Ciro Esposito, il ragazzo di Napoli ferito e poi deceduto a Roma poco prima dell'inizio della partita della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina all'Olimpico, a causa di un attacco ricevuto da un ultrà romanista, un delinquente che ferisce pesantemente una persona solo perché napoletana. "Il mio timore è che Ciro Esposito, non un ultrà violento, ma uno che passava lì quasi per caso sia ricordato solo dai suoi familiari. Gente fantastica, che nonostante il trauma indicibile e il dolore, ha detto e saputo trovare le parole migliori[...]Parole distanti dalla vendetta".

Per Tardelli è "Inutile sostenere che il calcio italiano abbia seri problemi di violenza senza chiederci come e dove intervenire per risolverli ogni giorno. Andare alla partita e prendersi un colpo di pistola non è normale, è allucinante".

Secondo Tardelli l'esempio contro i violenti andrebbe ricercato nell'Inghilterra degli anni ottanta (questo blog già affrontò il tema inglese in un post precedente), laddove "Erano a terra, assediati dai "barbari". Hanno voluto risolvere la questione tifo violento in una notte e l'hanno fatto."

L'ex Ct afferma che i politici "Invece di gonfiare le vele della retorica e chiedere alla squadra (la Nazionale, come qualche politico aveva proposto, ndr) di dedicare la qualificazione a Ciro Esposito, sarebbe il caso di fare qualcosa di concreto. E da fare, ci sarebbe moltissimo". Infatti per Tardelli non bisogna piangere il dramma: il dramma deve essere prevenuto.

Ancora Tardelli, ricordando l'Italia campione al Mondiale 82 in cui segnò un gol decisivo: "Il nostro successo aiutò l'economia, rilanciò lavoro e industria (un post di questo blog, tra le altre cose, se ne parlò), ma l'afflato patriottico di questi giorni mi fa desiderare un calcio più serio. Non si può affermare che se l'Italia vince una partita il Paese voli o viceversa. I politici si divertono e amano scendere e salire sul carro del pallone freneticamente, ma l'Italia non può salvarsi con il calcio, è solo un'illusione e non del tutto onesta."

Parole pesanti quelle di Tardelli verso i politici, volte a spingerli a fare qualcosa di concreto sia per la situazione particolare che vive l'Italia in quanto paese, sia per quanto riguarda la violenza negli stadi. I politici, con il ministro Alfano, qualche misura dopo il fatto di Ciro Esposito l'hanno presa, e il blog in un post lo ha documentato, ma bisognerà vedere se effettivamente sortirà gli effetti sperati, ossia contenere gli episodi di violenza.

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