venerdì 12 settembre 2014

La Sentenza Bosman - Parte 2

La Sentenza Bosman ha avuto delle ripercussioni negative sulla squadra olandese dell'Ajax.

Come ricordato nel post di ieri, la sentenza ha sia degli elementi che vanno a vantaggio delle società di calcio, facendo affari a "parametro zero" sia a vantaggio dei calciatori, i quali una volta scaduto il contratto possono accordarsi già sei mesi prima che il contratto scade per accasarsi, tramite pre-contratto, in un'altra squadra. In più, non vi è più distinzione tra italiani, francesi, spagnoli, greci, inglesi, tedeschi: sono tutti comunitari, tutti europei e pertanto uguali. Quindi il tetto imposto per gli stranieri cambia, proprio perché cambia il concetto di "straniero" che a partire da quella sentenza, per quanto concerne il calcio, fa riferimento esclusivo agli extracomunitari.

Questa norma ha dei vantaggi, ma indubbiamente presenta anche degli svantaggi: ad esempio una società pùò perdere un calciatore forte senza guadagnarci nulla, oppure può succedere quanto accaduto all'Ajax.

Dopo la finale del 1996, raramente l'Ajax ha sfiorato ancora la Champions League, a causa del poco denaro a disposizione nelle casse della società.

La sentenza, come spiegato sul post di ieri diede ragione a Bosman in quanto un calciatore è un lavoratore (applicazione dell'articolo 39 del Trattato di Roma anche nel mondo del calcio).

Ma cosa si potrebbe fare per limitare i danni ai club con poco denaro? L'Atletico Madrid, campione in carica della Liga ad esempio va avanti vendendo i calciatori migliori, guadagnando sul plusvalore e permettendosi l'acquisto di altri promettenti giovani o comunque rinforzando determinati reparti in sede di calciomercato.

Un'altra soluzione, per Louis Van Gaal ex tecnico dell'Ajax ai tempi del titolo di Campione d'Europa (in seguito Barça, nazionale olandese, ecc.) potrebbe essere quella di vietare il trasferimento all'estero prima del compimento del 21esimo o 23esimo anno di età. In più per Van Gaal andrebbero tutelati maggiormente i club minori, giacché per il calcio è dannoso promettere stipendi enormi ai giovani talenti così soffiati a zero euro alle squadre con meno risorse, per poi rivenderli nella stagione successiva realizzando forti ricavi.

La questione, appunto può riflettere punti di vista differenti. Laddove qualcuno individua degli svantaggi (che alcuni club, come ad esempio l'Atletico Madrid riescono comunque ad ovviare), qualcun altro può vederci maggiori vantaggi.

La sentenza, oltretutto non vede solamente nel parametro zero il suo punto più significativo: infatti il non fissare dei paletti in rosa per quanto riguarda qualsiasi calciatore comunitario, può presentare dei vantaggi per alcune squadre che così possono rinforzare magari a poco prezzo dei reparti (difesa, centrocampo, attacco) altrimenti troppo deboli; oppure presentare degli svantaggi ai calciatori locali, che possono vedersi soffiare il posto dagli stranieri.

Per quanto riguarda quest'ultimo punto, sia Albertini che Tavecchio (da cui la famosa polemica legata alle banane) in sede di campagna elettorale hanno indicato nei loro programmi la volontà di puntare sui giovani calciatori residenti in Italia.

Insommma: molte cose se viste in una particolare ottica presentano elementi positivi, e come spiegato la Sentenza Bosman qualcosa di buono per le squadre e gli stessi calciatori le ha, ma presenta anche degli elementi negativi che in qualche modo bisogna cercare di superare, per il bene dello stesso gioco del calcio.

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