Congratulazioni alla Grecia, che ieri ha vinto, conquistando in
extremis gli ottavi di finale al Mondiale 2014 vincendo per 2 a 1 sulla
Costa d'Avorio grazie ai gol dapparima di Samaris e infine di Samaras al
90° su rigore. E peccato per l'Italia, un'altra grande uscita clamorosamente nella fase a gironi.
Quando il calcio si fa politica, quando diventa un mezzo di espressione di una nazione, quando una squadra incarna valori profondi e non solamente agonistici, allora il gioco nell'arena diventa qualcosa di più importante di un semplice spettacolo, trasformandosi nell'opportunità di realizzare un riscatto sociale per un intero popolo. Le conseguenze che ne scaturiranno in seguito però possono non essere tutte piacevoli, e a volte qualcuno ci perde la vita.
Proprio la Grecia negli anni passati si è resa protagonista di due episodi molto significativi per quel che concerne il calcio trasformato in una contesa fra patrie. Da una parte la mancata vittoria nella partita dell'europeo 2012 contro la Germania, nel così detto "derby dello spread" (conclusosi 4 a 2 per i tedeschi); dall'altra una sfida storica, contro l'Albania, disputata nel 2004.
Curioso constatare come in entrambe le occasioni la Grecia non vinse. La partita Grecia-Albania fu un match dell'orgoglio, capace di risvegliare ed esaltare il sentimento patriottico degli albanesi che a partire dalla guerra in Kosovo sembrava essersi fortemente indebolito.
La gara, valida per le qualificazioni al Mondiale 2006 era attesissima, tanto che il giorno prima della partita nella città di Tirana c'era già chi sventolava i vessilli rossi albanesi.
Una precisazione doverosa: le informazioni ed i fatti qui di seguito riportati non vogliono in alcun modo denigrare il popolo ellenico, perché gli episodi di violenza avvengono un po' ovunque nel mondo. Non si vuole nemmeno giudicare e sentenziare sul modo di agire dei governi albanese e greco: si vuole semplicemente raccontare i fatti accaduti, che sono di dominio pubblico.
La rivalità fra Grecia (in quel momento campione d'Europa in carica) e Albania è di natura geopolitica, e si tratta di qualcosa che ha radici profonde che affondano nella tradizione, e malgrado i buoni rapporti fra i due stati, questa rivalità non è mai svanita. Tanto che il governo albanese tramite il premier Fatos Nano aveva promesso 500mila dollari alla nazionale, qualora avesse battuto gli ellenici. I tifosi di questi ultimi vennero scortati abbondantemente dalla polizia, prima e durante la partita.
Il match, disputato a Tirana, ha visto la Grecia perdere per 2 a 1. Un risultato straordinario, che ha risvegliato l'orgoglio albanese non soltanto in patria, ma ovunque nel mondo: i festeggiamenti sono avvenuti persino in Grecia. Da quelle parti infatti vivono oltre 500mila albanesi, che volevano come gli altri connazionali poter festeggiare la vittoria. Tuttavia alcuni ellenici non lo permisero perché vi fu violenza, auto incendiate, gas lacrimogeni delle forze dell'ordine: caos in punti importanti della nazione greca. Vi fu anche l'accoltellamento, che risultò fatale, di Gramoz Palushi un ventenne che festeggiava con i suoi amici, colpevole di aver sventolato la bandiera rossa.
Un mare di violenza che non lasciò indifferenti i connazionali residenti in patria, dapprima coi media, poi con la politica: il parlamento albanese tenne un minuto di silenzio in onore delle vittime, protestando pubblicamente verso le autorità elleniche. Il ministro dell'interno dell'Albania ha chiesto al suo omologo ellenico di far cessare le violenze, e all'ambasciatore greco a Tirana vennero chieste delle delucidazioni da parte del Ministero affari esteri. Per tutta risposta la colpa venne attribuita, in Grecia, allo stesso governo albanese reo di aver promesso quel premio in denaro di cui sopra, facendola diventare una questione d'onore.
In quel periodo un'operazione della polizia ellenica rimpatriò centinaia di albanesi emigrati in quella terra. Operazione-ricatto definita "fshesa" (letteralmente "scopa", forse ad indicare pulizia in senso ovviamente offensivo), avvenuta ogni qual volta che negli ultimi 20-30 anni vi sono stati problemi fra i due Stati.
D'accordo che il calcio si carica di valori che vanno al di là del semplice agonismo, ma esercitare violenze fisiche più o meno gravi su un'altra persona solo perché tifa una squadra diversa è stupido, e fatti di violenza per questioni legate al calcio, come noto e già più sopra ricordato, avvengono dappertutto.
Si ringrazia balcanicaucaso.org da cui derivano quasi tutte le informazioni utili alla stesura di questo articolo.
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