Ieri il Cile ha fatto il colpaccio: ha battuto la Spagna al Mondiale, per 2 a 0 - con le reti di Eduardo Vargas al 20° e Charles Aranguiz al 43°- qualificandosi alla fase successiva (assieme all'Olanda, nel gruppo B). Una Spagna che, dopo la batosta inflitta dall'Olanda (ricordiamolo: 5-1 per gli arancioni, clamoroso!) è risultata quasi assente, spenta, in crisi (e sì che giocano gli stessi uomini da svariati anni...).
Ma la curiosità spinge a volerne sapere di più su coloro i quali sono stati in grado di battere la squadra Campione del Mondo (e d'Europa) in carica e di farla uscire matematicamente dal Mondiale.
In questa analisi, vorrei partire dagli anni '50 e '60 allo scopo di comprendere quale era la situazione cilena dell'epoca, e come è quella attuale, in un gioco di confronti utili a parlare da una parte della situazione socio-politica dell'epoca e di adesso, dall'altro lato della situazione calcistica di prima e di dopo, andando alla ricerca di quei punti di contatto che legano il mondo del calcio col sistema politico locale.
Negli anni '50 il Cile si trova in una situazione socio-economica non proprio florida per gli standard occidentali. Dopo che il capo dello Stato Gabriel Videla venne escluso dalla politica nel 1952 per via della Guerra Fredda, che imponeva agli occidentali di non avere comunisti nei posti di potere, con l'appoggio dei cittadini risalì al potere Carlos Ibanez del Campo (già al potere nel 1927 e fino al '32 quando si dimise). Ibanez tuttavia perse presto l'appoggio del popolo, a causa di una serie di misure liberiste volte a ravvivare l'economia. Sicché nel '58 fu eletto l'indipendente di destra Jorge Alessandri, a cui spettò la gestione del paese anche dopo il forte - il più forte fino ad ora mai registrato in Cile - terremoto del 1960. Tale evento sismico non impedì che si giocasse il Mondiale in Cile nel 1962.
Proprio il Cile, nel Mondiale del '62 venne inserito nello stesso girone dell'Italia, della Germania Ovest e della Svizzera. Poco prima del match contro gli italiani, i quotidiani de Il Resto del Carlino e de La Nazione pubblicarono alcuni articoli che denunciavano l'estrema povertà del paese, parlando di sottosviluppo, analfabetismo, denutrizione, grande fenomeno di prostituzione, e di alcolismo diffuso. La gara contro l'Italia, definita la Battaglia di Santiago, fu molto tesa e nervosa: dopo una serie di colpi proibiti, al 7° il primo espulso: Giorgio Ferrini (del Torino) che stese Honorino Landa (del Temuco); l'italiano, infuriato fu portato via con forza fuori dal campo dalla polizia cilena. La partita che andò avanti tra falli, discussioni e proteste vide dal minuto 38 l'episodio più clamoroso: mentre il cileno Sanchez che avanzava sulla fascia destra veniva marcato dal milanista Mario David, cadde e rimase a terra. Così David si riprese il pallone, che colpì, e nel gesto prese per sbaglio anche l'atterrato Sanchez (figlio del pugile Juan Sanchez), che si rialzò immediatamente e sferrò un pugno a David, con l'arbitro che lasciò correre. David si "vendicò" qualche minuto dopo, dando un forte calcio a Sanchez, che gli costò l'espulsione. Per la cronaca la gara la vinse il Cile 2-0 (il Mondiale lo vinse il Brasile contro la Cecoslovacchia, e il Cile giunse terzo). Curiosità: gli italiani batteranno il Cile al primo turno del successivo mondiale, per 2 reti a 0.
Il campionato locale del 1962 venne invece vinto dall'Universidad de Chile (in totale 16 titoli), col secondo posto ottenuto dall'Universidad Catolica; il campionato locale appena concluso è stato invece vinto dal Colo-Colo (in totale 30 titoli, record nazionale), col secondo posto dell'Universidad Catolica (che nella sua storia ha vinto 10 campionati, giungendo 8 volte seconda).
Fino a poco tempo fa, la politica cilena ha visto al potere il centro-destra, dopo 20 anni con il centro-sinistra al governo, grazie alla vittoria di Sebastian Piñera nel 2010. Quest'ultimo si è ritrovato dinnanzi al dramma dell'ennesimo terremoto cileno proprio nel 2010, e per affrontare il problema privatizzò delle partecipazioni statali inerenti a miniere ed elettricità, e attuò un piano straordinario di aumento delle tasse. Nell'agosto dello stesso anno vi fu anche un incidente nella miniera di San Josè, ma tutti i minatori furono portati in salvo.
In generale, sotto la presidenza Piñera il Cile è cresciuto economicamente, malgrado la crisi mondiale, e la disoccupazione è stata ridotta, risultando scesa al 6,4% nel 2012.
Nel 2014 Piñera, che non si è ricandidato, è stato sostituito al potere dal socialista Michelle Bachelet.
In foto alcuni giocatori della Nazionale del Cile in tempi recenti , fonte Flickr, autore: Jimmy Baikovicius
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