Ieri sera la nazionale iraniana ha giocato un discreta gara contro un'Argentina che soltanto attraverso la prodezza del suo gioiello - ovviamente Lionel Messi - nei minuti finali è riuscita ad evitare il pareggio, e a vincere.
I persiani non hanno sfigurato in quella partita, e negli ultimi anni si sono costruiti un nome almeno in ambito continentale, conquistando dal 2000 al 2008 ben 4 coppe dell'Asia Occidentale. Più indietro nel tempo questa nazionale ha vinto anche 3 coppe d'Asia (a cavallo tra gli anni sessanta e settanta). Tuttavia ai mondiali non è mai andata oltre il primo turno, riuscendo nella qualificazione alla competizione in quattro occasioni fra cui a Francia 98, dove avvenne un'importante gara contro gli Stati Uniti.
Sia gli USA che l'Iran si trovavano nello stesso girone, e la partita fra le due selezioni venne giocata all'ultimo turno quando entrambe risultavano già eliminate. Ma il match assunse una valenza che si spinse ben oltre l'aspetto agonistico e della competizione in sé: infatti rifletteva di una tensione dovuta anche a questioni politiche-diplomatiche, per fatti risalenti agli anni settanta e ottanta e legati alla Rivoluzione islamica iraniana. Dopo la rivoluzione, il vecchio sovrano iraniano fu accolto negli USA per curarsi al cancro, e ciò veniva mal visto dal nuovo potere persiano, che temeva che questo potesse preludere ad un accordo per rimettere sul trono proprio il vecchio sovrano. Per tale ragione alcuni studenti penetrarono nell'ambasciata americana a Teheran e presero in ostaggio 52 fra funzionari e diplomatici. Il presidente Carter tentò l'azzardo di salvare gli ostaggi a sorpresa, ma ciò non funzionò, e morirono 8 militari statunitensi. Attraverso la presidenza di Reagan si trovò un accordo: gli USA avrebbero fornito armi agli iraniani per la guerra contro l'Iraq, ed in questo modo gli ostaggi vennero liberati. Caso strano: anche l'Iraq era finanziato e armato dagli USA. Le due nazioni (Iran e Iraq) si diedero battaglia per 8 anni, fino a quando non accettarono la risoluzione dell'ONU nel 1988.
Naturalmente il calcio in Iran, dal '79 e fino alla fine degli anni ottanta venne abbondantemente messo da parte, e riconquistò interesse all'inizio degli anni novanta, periodo che coincise con la avvenuta qualificazione al Mondiale FIFA Francia '98.
I due stati, Iran e USA dopo l'accordo della liberazione degli ostaggi non ebbero più relazioni diplomatiche, e proprio a causa degli eventi degli anni ottanta, il clima era tesissimo. Ma pochi minuti prima del fischio di inizio della partita i giocatori delle due nazionali si abbracciarono e si scambiarono doni e fiori. Ovviamente un fatto del genere ebbe una valenza di portata storica, con il calcio capace di sostituirsi alla diplomazia, ed alleggerire una tensione molto pesante, il tutto agli occhi del mondo collegato in diretta massmediatica. Sul campo come sugli spalti il comportamento fu correttissimo.
Per la cronaca, la partita si concluse con un 2 a 1 per gli iraniani, con marcature di Estili al 40º, Mehdi Mahdavikia al 79º e Brian McBride all'87º, ed il risultato venne accolto in patria come un trionfo. Si tratta inoltre della prima vittoria assoluta dei persiani nella storia dei mondiali.
Nessun commento:
Posta un commento